mercoledì 22 febbraio 2012

Le mie fatiche ebraico-sionistiche (quarta puntata)

Theodor Herzl, La bella Rosalinda
Racconti filosofici, postfazione di Jacob Glomb, Milano, M&B Publishing, 2004




Questa mia terza curatela abbandona momentaneamente Jabotinsky per soffermarsi sul suo "padre spirituale" e politico: Theodor Herzl. Personaggi per certi versi simili (giornalisti prestati alla politica), Herzl e Jabotinsky hanno rappresentato al meglio due anime contigue dell'ebraicità di fine Ottocento: quella borghese semiassimilata mitteleuropea.
Qui pubblichiamo per la prima volta in Italia un'edizione della raccolta di feuilleton filosofici apparsi nel 1899 e nel 1911. Sono racconti dal chiaro intento morale e formativo, che l'autore ha scritto tra la fine degli anni Ottanta e la fine del secolo. Sono presenti amare considerazioni sulla società borghese, sul suo gigantismo economico e sul suo nanismo creativo. Trapelano qua e là alcune considerazioni di carattere romantico sullo scarto tra genio e filisteo, tra materia finita e spirito infinito, tra arte figurative e musica.
La traduzione dei racconti è avvenuta durante un mio soggiorno-studi a Monaco di Baviera tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004 grazie a una borsa di studi DAAD.
La mia lunga presentazione si sofferma sulla ricezione della figura di Schopenhauer negli scritti filosofici herzliani. A completamento della mia raccolta vi è un saggio di Jacob Golomb, docente di filosofia presso l'Università Ebraica di Gerusalemme, che analizza invece l'influenza della morale dell'autenticità nietzscheana nel trapasso dal disimpegno politico all'impegno sionista.
La raccolta, che non ha avuto grande eco sulla stampa (anche in considerazione della mia non diretta affiliazione ad associazioni, docenti potenti e giornalisti compiacenti), è stata recensita su riviste specialistiche ("Clio", "L'Indice dei libri del mese"). Ancora una volta l'intellighenzia ebraica italiana ha dimostrato scarsa apertura a chi non fa parte della loro "famiglia".
Un raro profilo ebraico dei lavori si deve a Bruno Di Porto, liberale di altri tempi: http://www.mevakshederekh.info/Portals/0/Il_tempo_e_idea/XVII_1_12_nuova_edizione.pdf



martedì 21 febbraio 2012

Le mie fatiche ebraico-sionistiche (terza puntata)

Dialogo sulla razza
Scritti di Vladimir Ze'ev Jabotinsky, postfazione di P. Di Motoli, Milano, M&B, 2003



Si tratta del secondo frutto della mia ricerca dottorale. Questa volta ho raccolto alcuni scritti giornalistici pubblicati da Jabotinsky tra l'inizio del Novecento e gli anni Trenta, partendo dall'edizione tedesca di Feuilletons pubblicata nel 1930 a Ostrava a cura di Karl Baum.
Che dire? Ho proposto al pubblico italiano una novità quasi assoluta. Di Jabotinsky si conoscevano solo gli scritti dedicati al sionismo apparsi nell'edizione curata nel 1960 da Leone Carpi. Poco si sapeva del suo periodo russo. Si parla di battaglie identitarie, di lotta contro l'idealismo etico ebraico, di "principio di realtà". Il tutto è stato condito da una mia lunga introduzione, dove ho mostrato la natura decadente e vitalistica allo stesso tempo dell'esteta - e poi futuro politico - Jabotinsky.
Ha collaborato con me Paolo Di Motoli, studioso torinese autore della prima biografia italiana di Jabotinsky (La destra sionista, Milano, M&B, 2001), con una postfazione dedicata alla ricezione politica dell'uomo di Odessa nella destra israeliana del secondo dopoguerra.
Il volume, apparso pochi mesi dopo la discussione della mia tesi di dottorato a Torino proprio su Jabotinsky (intitolata "Il nazionalismo integrale ebraico tra le due guerre mondiali"), è stato recensito su riviste del settore e su "L'Indice dei libri del mese".
Link utili:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/4689-dialogo-sulla-razza-e-altri-scritti

domenica 19 febbraio 2012

Le mie fatiche ebraico-sionistiche (seconda puntata)

Stato e libertà
Il carteggio Jabotinsky-Sciaky (1924-1939)
Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 2002



E' il primo risultato di rilievo dalla mia ricerca dottorale torinese. Si tratta del primo carteggio  pubblicato tra un leader del sionismo mondiale e un esponente italiano. L'aspetto particolare è rappresentato dai due corrispondenti: Jabotinsky fu il leader di un movimento d'opposizione nazionalista e populista al sionismo nel periodo interbellico; Sciaky fu la mente del revisionismo italiano, ebreo d'origini greche, mai parte dell'"establishment italiano".
Le lettere propongono non soltanto uno spaccato dell'attività politica del sionismo revisionista e del suo rapporto con la diplomazia italiana, ma anche delle personalità dei suoi protagonisti. Il carteggio è stato reperito presso l'Istituto Jabotinsky di Tel Aviv.
Di particolare interesse mi sembra l'apparato critico di contorno a questo carteggio. Ho reperito molto materiale negli archivi israeliani: oltre all'Istituto Jabotinsky, all'Archivio Centrale della Storia del Popolo Ebraico e all'Archivio Sionistico Centrale di Gerusalemme. Mi riferisco in special modo al carteggio tra Alfonso Pacifici e Dante Lattes, i padri del sionismo italiano del Novecento.
Segnalo una breve postfazione dello storico Sergio I. Minerbi, che fa il punto sul rapporto diplomatico fra il movimento sionista e l'Italia fascista.
Anche in questo caso si segnalano alcune recensioni su riviste specialistiche ("Clio") e una segnalazione su "L'Indice dei libri del mese".


Le mie fatiche ebraico-sionistiche (prima puntata)


Breve cronistoria dei miei lavori dedicati al sionismo e all'identità ebraica


I sionisti
Storia del sionismo attraverso i suoi protagonisti
Milano, M&B Publishing 2001





Si tratta dell'elaborazione della mia tesi di laurea, discusse nel luglio del 1998 all'Università di Torino sotto la "tutela" del prof. Nicola Tranfaglia.
Dopo quasi 2 anni di fatiche e di porte sbattute in faccia (fra cui la Giuntina di Firenze), sono riuscito a trovare un editore disposto a pubblicarmi il mio lavoro senza la richiesta di contributi.
Che dire? Si tratta del primo lavoro ad ampio spettro sulla storia del pensiero sionista apparso in Italia per mano di uno studioso non politicizzato. L'aspetto saliente di questo lavoro consiste nell'aver fornito un ritratto di un movimento politico attraverso le figure dei suoi leader delle origini. Il sionismo è il moderno nazionalismo ebraico: è ebraico per l'origine etnico-religiosa dei suoi capi, ma è moderno per la sua struttura politica e simbolica.
L'introduzione è a opera dello storico delle idee David Bidussa, che affronta proprio il problema delle diverse categorie culturali del sionismo politico.
Il lavoro, a quanto ne so, ha avuto alcune brevi recensioni su riviste del settore ("Zapruder", "Clio") ed è stato adottato in alcuni corsi di storia dell'ebraismo dall'Università di Trieste.

Link utili:

http://www.storieinmovimento.org/index.php?sezione=1&sottosez=num1